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Taggato: prostituzione
- Questo topic ha 236 risposte, 30 partecipanti ed è stato aggiornato l'ultima volta 8 anni fa da
soledamore.
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30 Luglio 2015 alle 12:32 #747576
observer
PartecipanteSe non ci fossero le marchette il mondo gay sarebbe proprio squallido, non siete d’accordo?
Con la marchetta il prezzo da pagare è chiaro, definito.
Niente equivoci, nessuna complicazione sentimentale.
La prostituzione si sveste di ogni ipocrita sentimentalismo e il desiderio si libera più sinceramente che in un rapporto di coppia.
Al moralista che parla di compravendita di corpi, rispondo che la marchetta non vende un bel niente, ma da in usufrutto. Il pene non è un bene di consumo e non è possibile commercializzarlo come un prodotto che diventa proprietà di qualcuno. Questo può avvenire solo in un rapporto di coppia tradizionale. Tra l’altro, considerata la durata media di una relazione gay, è un possesso molto aleatorio. A tempo determinato. Data per scontata la fedeltà del possessore naturale del pene.All’invidioso pieno di sé che si crede superiore e si irrita vedendo che una bella marchetta è sempre da preferire al suo narcisismo patologico, dico che grazie alla prostituzione anche le persone esteticamente non gradevoli si assicurano il loro scampolo di felicità.
Al prete che condanna il vergognoso mercimonio, ricordo che la sodomia stessa è peccato, e che i gay non hanno gli stessi ventaggi degli etero nel procurarsi un partner. Del resto, la stessa promiscuità dei gay fa spesso di loro tante “marchette gratuite”. Se qualche persona piu’ bisognosa sfrutta la sua attitudine per il sesso omo, per portarsi a casa il companatico o per permettersi qualche gadget di lusso, ma che male c’è?
La marchetta non ti giudica in base al tuo aspetto fisico, al tuo modo di vestirti, al tuo modo di approcciarti, alla prestanza fisica, alla tua cultura, alla tua ricchezza, alla tua età, al tuo ruolo, alla tua provenienza sociale.
Se lo fa è solo per rivalutare, al limite, l’usufrutto che ti concede.La marchetta è disinteressata a tutte quelle ridicole fisime con le quali gli omosessuali si discriminano fra di loro. A lei interessano solo i soldi.
E’ una grande lezione vivente per la superficialità imperante nel mondo gay!Ho scoperto il mondo delle marchette da poco. Ha cambiato la mia vita. E’ bello non avere a che fare più con persone immature, inaffidabili, incapaci di costruire qualcosa di solido, spesso nemmeno un’erezione.
E’ bello sapere sin dall’inizio come andrà a finire, e se hai soldi sai che certamente finirà bene.
E’ bello sceglierti il partner che ti aggrada, senza snervarti con le menzogne, le illusioni e la limitatezza mentale delle persone che frequenti abitualmente, e con il loro ambiente chiassoso, ridicolo, volgare, sguaiato
E’ bello anche trovare maschi veri e dotati che ti si concedono in cambio di qualcosa di concreto, subito, e non ti rovinano la vita pretendendo di convivere con te.
Dio benedica tutte le marchette!30 Luglio 2015 alle 12:43 #979382almadell
PartecipanteA metà tra Luca di Tolve e De Andrè…
30 Luglio 2015 alle 13:34 #979383ospite1.
Partecipante😀 😀 😀 😀 quotissima!!!!…se faccio il conto dei soldi che ho speso per finanziare i miei fidanzamenti e le mie convivenze…se considero quello che ho avuto in termini umani dalla mia disponibilità,dalla mia lealtà e perfino dall’amore (quando ero capace di provarlo) nei confronti di altri gay…facendo due conti…se avessi speso tutto in marchette,avrei risparmiato tanti soldi,tanta inutile sofferenza e forse sarei meno “gayfoba”!!!!
(si dice così?) 😈
…certo le cose le capisci con l’età soprattutto il mondo frocio…mi dispiace solo per le piu giovani…ma senza delusioni frustrazioni e sofferenze non ci sarebbe crescita no?
…certo non rimpiango nulla ne ho rimorsi…ma se potessi ritornare ai miei vent’anni comincerei a frequentare da subito esclusivamente MARCHETTE!!!! la massima delusione che mi hanno dato è stata quando si sono innamorate di me!!! 😈
30 Luglio 2015 alle 13:38 #979384ospite1.
Partecipante@almadell wrote:
A metà tra Luca di Tolve e De Andrè…
che centra Luca,oca????al massimo De André che aveva capito la poetica delle puttane,anche se solo in senso etero.Ma la marchetta maschia è meglio della puttana perché quando gode non può fingere!!!!Non si possono simulare gli schizzi di sperma 😆
31 Luglio 2015 alle 11:21 #979385soledamore
PartecipanteAnche se prediligo una realizzazione affettiva e sessuale in una coppia monogamica chiusa, com’è noto, tuttavia riconosco l’importanza della prostituzione nel mondo gay.
Credo che il rapporto fra gay e marchetta si dustingua profondamente da quello fra etero e puttana o paraetero e trans. E ritengo che debba essere regolamentato dallo Stato, per il bene del cliente, della marchetta e dello Stato stesso.
Credo che questo sia uno dei punti che mi allontani di più dal magistero, pur essendo cattolico. Rinnovamento della società e rinnovamento della religione vanno di pari passo.
Diritto alla sessualità è anche riconoscere il diritto ad essa nelle persone che, per le motivazioni più svariate, un legame omoaffettivo non lo realizzeranno mai, per questioni non dipendenti dalla loro volontà (di carattere estetico, anagrafico etc.).31 Luglio 2015 alle 11:47 #979386frustadeglistupidi
Partecipante@soledamore wrote:
Credo che il rapporto fra gay e marchetta si dustingua profondamente da quello fra etero e puttana
Eh certo, gli omosessuali sono un genere particolare di uomini (???), non amano come tutti gli altri (gli etero), non scopano come tutti gli altri (gli etero) e quindi hanno il bisogno genetico di pagare, al contrario degli altri (gli etero) che quando pagano lo fanno solo per ottenere un surplus di piacere. Roba da matti…. Dev’essere il fatto che sei cattolico che ti porta a questi assurdi (per uno che si dice omosessuale) svilimenti dell’omosessualità.
Comunque, visto il gran numero di frequentatori di prostitute, sembra che la necessità prema più gli eterosessuali che gli omosessuali.31 Luglio 2015 alle 11:54 #979387almadell
PartecipanteUn eterosessuale su tre frequenta prostitute,
credo che il numero dei gay che frequenta escort
sia decisamente più basso.La cosa che mi colpisce di più del mondo gay
è il grande biasimo per chi ha molti partner gratis
unito alla grande ammirazione per il lavoro di prostituto.
Come se – davvero – averne fatto una professione
rendesse “giustificato” un comportamento promiscuo.Non ho riscontrato questa cosa solo in Soledamore,
ma in una grande quantità di gay perbenisti.31 Luglio 2015 alle 12:24 #979388frustadeglistupidi
Partecipante@almadell wrote:
La cosa che mi colpisce di più del mondo gay
è il grande biasimo per chi ha molti partner gratis
unito alla grande ammirazione per il lavoro di prostituto.
Come se – davvero – averne fatto una professione
rendesse “giustificato” un comportamento promiscuo.
Non ho riscontrato questa cosa solo in Soledamore,
ma in una grande quantità di gay perbenisti.In effetti anche a me pare assurdo (dipende dai gusti?). Pur essendo strettamente monogamo (ho avuto un solo ragazzo nella mia vita e non l’ho mai tradito) e pur non essendo mai andato con puttani (o puttane), mi sembra che comprare prestazioni sessuali da gente che le vende sia una cosa ripugnante per la mercificazione che si fa di sé stessi, dei propri affetti e della propria sessualità, prima ancora che dell’altrui. Chi invece passa da un compagno all’altro al massimo mi sembra un uomo insoddisfatto, sempre alla ricerca di qualchecosa di meglio o semplicemente di varietà d’esperienze. Una propensione che non mi appartiene, ma che non è in sé ripugnante. E’ fatta salva ovviamente la condanna della violazione della promessa (se ci sia stata) di fedeltà ad un compagno.
31 Luglio 2015 alle 12:50 #979389soledamore
Partecipante@Frustadeglistupidi wrote:
@soledamore wrote:
Credo che il rapporto fra gay e marchetta si dustingua profondamente da quello fra etero e puttana
Eh certo, gli omosessuali sono un genere particolare di uomini (???), non amano come tutti gli altri (gli etero), non scopano come tutti gli altri (gli etero) e quindi hanno il bisogno genetico di pagare, al contrario degli altri (gli etero) che quando pagano lo fanno solo per ottenere un surplus di piacere. Roba da matti…. Dev’essere il fatto che sei cattolico che ti porta a questi assurdi (per uno che si dice omosessuale) svilimenti dell’omosessualità.
Comunque, visto il gran numero di frequentatori di prostitute, sembra che la necessità prema più gli eterosessuali che gli omosessuali.Gioia, connetti te stessa! Non sto affatto svilendo gli omosessuali, anzi sto ponendo su un piano superiore la loro eventuale mercificazione del sesso, rispetto a quella etero.
Nessun “bisogno genetico” di pagare. La necessità è anagrafica, al limite. Ad una certa età la carne la compri, se non vuoi fare la vegetariana (in realtà, come ho spiegato altrove, non si compra niente: si tratta solo di un usufrutto a tempo determinato). Gli esempi sono numerosissimi: basta guardarsi intorno, altro che! E poi ci sono altri motivi: giustamente, vogliono godere anche quelle persone che non si adeguano al modello di vita gay imperante: vuoi per certe caratteristiche estetiche, vuoi per motivi culturali. O semplicemente perché cercano una verità nel maschio, che non trovano nel mondo gay che frequentano abitualmente.Pertanto la prostituzione svolge, sia per gli etero che per gli omo, una sorta di colletivizzazione del godimento. Un processo democratico, dunque.
La prostituzione omosessuale poi è superiore a quella eterosessuale per lo scambio simbolico. Il flusso di denaro e il flusso di sperma sono simmetrici, e spesso, al di là della concretezza del pagamento per la prestazione, il denaro che si da alla marchetta è solo un modo per fargli accettare una sua omosessualità inespressa e in altre circostanze inesprimibile. Non approfondisco oltre, perché se non avete letto Baudrillard è inutile.
Il fatto che sia cattolico, come al solito, c’entra come un fico secco a colazione. Mi sembra invece di essere molto più progressista di voi cariatidi, rimaste con il vostro buonismo peloso all’infame legge Merlin. La prostituzione deve essere regolamentata. Senza abolire la prostituzione di strada, necessariamente. Il cliente deve avere la più ampia possibilità di scelta. Sarà lui a decidere, valutando rischi e opportunità, se varrà la pena gustare una sigaretta del monopolio o una di contrabbando.
31 Luglio 2015 alle 13:04 #979390soledamore
Partecipante@almadell wrote:
Un eterosessuale su tre frequenta prostitute,
credo che il numero dei gay che frequenta escort
sia decisamente più basso.La cosa che mi colpisce di più del mondo gay
è il grande biasimo per chi ha molti partner gratis
unito alla grande ammirazione per il lavoro di prostituto.
Come se – davvero – averne fatto una professione
rendesse “giustificato” un comportamento promiscuo.Non ho riscontrato questa cosa solo in Soledamore,
ma in una grande quantità di gay perbenisti.Le statistiche non si fanno con “il mi sembra”. Ci vogliono dati concreti.
Nessun biasimo per chi ha molti partner gratis: la maggior parte della comunità lo giudicherà con serenità una zoccola, le persone più avvertite come una vittima del fallocentrismo. In ogni caso non è il candidato adatto per un rapporto basato sull’omoaffettività, ovvero un rapporto serio.
E poi, sulla supposta “gratuità” dei rapporti gratis, ci sarebbe tanto da dire…qualche accenno l’ha fatto anche la simpatica ragioniera del terzo post 😈Il comportamento promiscuo non è giustificato dalla professionalità, ma dal fatto che il prostituto svolge una funzione sociale. Un ruolo che la sociologia contemporanea ha pienamente riconosciuto, ma la Legge, ahimé, ancora no.
(Detto fra di noi, le marchette spesso poi sono più affascinanti di tanti gay stereotipati!)
Definirmi un gay perbenista allora è il colmo! Credo invece che il gran perbenista sia tu, almadel. E quanto affermi a proposito della prostituzione, mostra chiaramente che per quanto ti proclami ateo o agnostico a seconda dell’umore, della fede cattolica ti è rimasto il peggio: la funzione di arcigno custode del sepolcro imbiancato 😀
31 Luglio 2015 alle 13:16 #979391soledamore
Partecipante@Frustadeglistupidi wrote:
Chi invece passa da un compagno all’altro al massimo mi sembra un uomo insoddisfatto, sempre alla ricerca di qualchecosa di meglio o semplicemente di varietà d’esperienze. Una propensione che non mi appartiene, ma che non è in sé ripugnante. E’ fatta salva ovviamente la condanna della violazione della promessa (se ci sia stata) di fedeltà ad un compagno.
Di ripugnante c’è solo il tuo bigottismo di ateo inconsciamente devoto, al netto della tua buona fede e della tua sincerità.
La varietà di esperienze, come ho già spiegato, in realtà e varietà di peni (e delle loro dimensioni), nella ricerca spasmodica e inutile del Fallo che assicuri il godimento assoluto. Ho coniato per questo atteggiamento compulsuvo il termine di fallocentrismo.
Se non fossi tu, che ti definisci monogamo, ad affermare quanto scritto sopra, direi che sarebbe ributtante il tentativo di nobilitare questa proprensione con la motivazione di dare più contenuti al proprio vissuto. La propensione in sé, non occorre nemmeno che sia giudicata da un punto di vista morale. Si giudica da sola come incapacità di costruire un rapporto stabile e duraturo con una persona dello stesso sesso. Con tutte le conseguenze del caso…31 Luglio 2015 alle 13:28 #979392almadell
PartecipanteQuesto intendevo.
La promiscuità del prostituto diventa una “funzione sociale”;
la promiscuità dei libertini un “effetto del fallocentrismo”.
Senza contare il “fascino del marchettaro”
contrapposto allo “squallore del libertino”.Trovo questo rovesciamento di valori
davvero molto interessante.Il dramma umano del prostituto
è quello di innamorarsi sempre della purezza
e di venire sempre rifiutati
quando viene scoperta la loro professione.
Provare a trovarsi un lavoro per amore,
ma essere troppo abituati a quel tenore di vita.
Credo siano pochi quelli orgogliosi della funzione sociale
di procurare orgasmi agli estranei:
li ho sempre trovati molto lontani dalle vostre idealizzazioni.31 Luglio 2015 alle 14:07 #979393frustadeglistupidi
Partecipante@soledamore wrote:
Gioia, connetti te stessa!
Cara, capisco che tu ti senta donna dentro e fuori, ma non è una buona ragione per pensare lo stesso di tutti gli altri….
@soledamore wrote:
Non sto affatto svilendo gli omosessuali, anzi sto ponendo su un piano superiore la loro eventuale mercificazione del sesso, rispetto a quella etero.
Meno male che siamo superiori agli etero. Peccato che lo siamo nelle cose peggiori (almeno secondo te).
@soledamore wrote:
Nessun “bisogno genetico” di pagare. La necessità è anagrafica, al limite. Ad una certa età la carne la compri, se non vuoi fare la vegetariana (in realtà, come ho spiegato altrove, non si compra niente: si tratta solo di un usufrutto a tempo determinato).
Ah be’ certo, perché invecchiano solo gli omosessuali e quindi solo loro sono . Gli eterosessuali ringiovaniscono e quindi non sono ! Mah….
@soledamore wrote:
Gli esempi sono numerosissimi: basta guardarsi intorno, altro che! E poi ci sono altri motivi: giustamente, vogliono godere anche quelle persone che non si adeguano al modello di vita gay imperante: vuoi per certe caratteristiche estetiche, vuoi per motivi culturali. O semplicemente perché cercano una verità nel maschio, che non trovano nel mondo gay che frequentano abitualmente.
Sì, va be’ e allora? Vale solo per gli omosessuali??? Non mi pare proprio. (citazione da Soledamore)….
@soledamore wrote:
Pertanto la prostituzione svolge, sia per gli etero che per gli omo, una sorta di colletivizzazione del godimento. Un processo democratico, dunque.
Allora io devo essere monarchico (non me ne sono mai accorto, forse un po’ oligarchico sì). Comunque pensare che per godere la maggior parte delle persone debba andare a puttane (o puttani) mi sembra un pensiero a dire poco assurdo. A dire poco.
@soledamore wrote:
La prostituzione omosessuale poi è superiore a quella eterosessuale per lo scambio simbolico. Il flusso di denaro e il flusso di sperma sono simmetrici, e spesso, al di là della concretezza del pagamento per la prestazione, il denaro che si da alla marchetta è solo un modo per fargli accettare una sua omosessualità inespressa e in altre circostanze inesprimibile. Non approfondisco oltre, perché se non avete letto Baudrillard è inutile.
Si va be’, adesso siamo alla San Vincenzo del sesso, la beneficenza del puttaniere fatta al prostituto…. ma per favore…. Comunque confermi che per te l’omosessualità è sempre superiore…. nelle cose peggiori!!
@soledamore wrote:
Il fatto che sia cattolico, come al solito, c’entra come un fico secco a colazione. Mi sembra invece di essere molto più progressista di voi cariatidi, rimaste con il vostro buonismo peloso all’infame legge Merlin.
A parte che la legge Merlin non vieta la prostituzione, ma ne vieta solo una certa manifestazione (per altro sono d’accordo che rispetto al cesso aperto di certe strade sono cento volte meglio le case chiuse). Comunque la tua cattolicità (nel senso di dottrina cattolica) si manifesta sempre. Infatti non solo pensi che la prostituzione abbia addirittura un’utilità sociale, ma pensi anche che quella omosessuale sia superiore all’altra. Come dire che l’omosessualità ha dignità solo nelle cloache!!! Io invece sono d’accordo con Veronesi e credo che l’amore omosessuale sia superiore a quello eterosessuale e penso quindi anche che la prostituzione omosessuale sia peggiore di quella eterosessuale, perché mercifica un’affettività più nobile, senza nemmeno la scusa (magra) dell’impulso naturale.
@soledamore wrote:
Il cliente deve avere la più ampia possibilità di scelta. Sarà lui a decidere, valutando rischi e opportunità, se varrà la pena gustare una sigaretta del monopolio o una di contrabbando.
A me fanno schifo il fumo ed i fumatori…. ed anche la prostituzione, i prostituti ed i clienti. Fai tu…. Comunque, per essere quello che condanna la sfrenatezza sessuale del , hai concezioni molto mercificanti del sesso . All’anima del sentimento….
@soledamore wrote:
Di ripugnante c’è solo il tuo bigottismo di ateo inconsciamente devoto,
Devoto a che, scusa? Al tuo dio ridicolmente impastato con il peggio dello sterco umano???
@soledamore wrote:
La varietà di esperienze, come ho già spiegato, in realtà e varietà di
peni (e delle loro dimensioni), nella ricerca spasmodica e inutile del Fallo che assicuri il godimento assoluto. Ho coniato per questo atteggiamento compulsuvo il termine di fallocentrismo.A parte che questa è il tuo giudizio. Bisognerebbe sentire che ne pensano quelli che praticano la pluralità degli amori. Forse ti risponderebbero come Don Giovanni a Leporello:
<chi ad una è fedele,
verso l’altre è crudele>.
Comunque, ammesso e non concesso che variare il compagno sia necessariamente atteggiamento deteriore e moralmente condannabile, non vedo come possa essere giudicato comportamente migliore prendere a pagamento il buco da riempire!!!@soledamore wrote:
Se non fossi tu, che ti definisci monogamo, ad affermare quanto scritto sopra, direi che sarebbe ributtante il tentativo di nobilitare questa
proprensione con la motivazione di dare più contenuti al proprio
vissuto. La propensione in sé, non occorre nemmeno che sia giudicata da
un punto di vista morale. Si giudica da sola come incapacità di
costruire un rapporto stabile e duraturo con una persona dello stesso
sesso. Con tutte le conseguenze del caso…Io non voglio nobilitare niente al di fuori di quel che piace a me 😉 , dico solo che tra uno che passa da un compagno all’altro perché gli piace variare anche affettivamente ed uno che acquista per denaro un buco (fosse anche sempre lo stesso buco), preferisco cento volte il primo, se non altro (lo dico egoisticamente) perché è la moltiplicazione della mia concezione del rapporto erotico, cioè godimento affettivo completato dal piacere fisico. Con il secondo invece non mi sento di avere niente in comune, in quanto questi acquista semplicemente per denaro una prestazione sessuale (nemmeno un godimento fisico).
E’ la differenza che c’è tra uno che acquisti una sola o poche opere d’arte che giudica ottime, uno che acquisti tutte le opere d’arte che vede perché gli piacciono o anche solo per amore di varietà ed uno che acquisti un’opera d’arte, qualunque sia, basta che abbia questa etichetta ed abbia un prezzo abbordabile per le sue tasche, solo per riempire uno spazio vuoto in casa. Capisci che io mi senta più vicino all’acquirente compulsivo, ma consapevole? Da lui mi differenzio per quantità, non per qualità.31 Luglio 2015 alle 14:26 #979394soledamore
Partecipante@almadell wrote:
Questo intendevo.
La promiscuità del prostituto diventa una “funzione sociale”;
la promiscuità dei libertini un “effetto del fallocentrismo”.
Senza contare il “fascino del marchettaro”
contrapposto allo “squallore del libertino”.Trovo questo rovesciamento di valori
davvero molto interessante.Il dramma umano del prostituto
è quello di innamorarsi sempre della purezza
e di venire sempre rifiutati
quando viene scoperta la loro professione.
Provare a trovarsi un lavoro per amore,
ma essere troppo abituati a quel tenore di vita.
Credo siano pochi quelli orgogliosi della funzione sociale
di procurare orgasmi agli estranei:
li ho sempre trovati molto lontani dalle vostre idealizzazioni.Sul dramma umano del prostituto
E’ un discorso parallelo a quello dell’omofobia sociale, che definirei pornofobia sociale: poche marchette sono orgogliose del ruolo sociale che svolgono, semplicemente perché molte di loro non sanno di svolgere un ruolo sociale e perché sono vituperate dal resto della comunità.
Così come alcuni omosessuali sono infelici a causa di certe pressioni sociali sul loro modo di vivere la sessualità. Pressioni interne ed esterne alla comunità glbtq.Marchetta vs libertino
La marchetta non è per nulla affetta dal fallocentrismo! Talvolta sono proprio le sue caratteristiche fisiche a determinare la scelta del suo mestiere. Non è una banale questione dimensionale, ma è il modo di concedere il fallo che determina la sua fortuna o sfortuna professionale
La marchetta è una sorta di idolo per gli adoratori del fallo. Ovvero per i gay affetti da fallocentrismo che non hanno la possibilità di essere libertini (in origine la prostituzione, come sai, era sacra e gestita dai templi).
Quindi possiamo dividere gli affetti da fallocentrismo in due gruppi: i libertini e quelli che vanno a puttani in modo compulsivo, ovvero i puttanieri.
Che poi sia ritenuto puttano anche chi si concede a tutti senza esser pagato, questa è una valutazione di origine fallocratica, non fallocentrica.31 Luglio 2015 alle 15:23 #979395soledamore
PartecipanteChe persona permalosa che sei, Frusta! Non ti ho dato della “donna dentro e fuori”! Semplicemente era una questione di concordanza grammaticale. Dato che ti ho definito “gioia”, affettuosamente, mi è sembrato opportuno mettere al femminile l’aggettivo “stesso” che seguiva il pronome personale. Del resto, se hai scelto un nick così femminile, non riesco a capire tutta questa idiosincrasia nel genere che hai trovato più confacente alla tua identità! 😉
Sorvolo sui primi cinque punti, perché non c’è nessuna argomentazione reale da parte tua. Solo la dimostrazione che hai acquisito l’elemento fondamentale della tipica retorica almadelliana: il paragone masochista (e sterile) con la sessualità etero. Una logica mimetista e dialetticamente innocua.
Mai affermato che la legge Merlin vieti la prostituzione. Il riferimento era evidentemente alla chiusura dei bordelli sancita da questa legge. Vedo però che siamo d’accordo entrambi sulla riapertura delle case chiuse.
Nella mia posizione non si manifesta affatto la mia “cattolicità”, bensì la mia apertura mentale di cattolico progressista e libero pensatore, critico anche nei confronti di certi dogmi della mia stessa religione.
E’ veramente un colpo basso pensare che io attribuisca dignità solo alla “omosessualità delle cloache” (per quanto, bisogna ammetterlo, i pisciatoi abbiano una loro mistica e una loro poesia, già a partire da Rimbaud). Io attribuisco dignità fondamentalmente alla omoaffettività. Per il resto, che tu sia libertino o puttaniere, per me non c’è differenza. In entrambi i casi c’è fallocentrismo.
Ti ricordo che poi è l’etero a godere dell’usufrutto a tempo determinato del “buco”. Al gay interessa l’usufrutto del fallo, nella stragrande maggioranza dei casi.Altrove ho spiegato che l’affermazione di Veronesi, con la sua “idealità” falsamente gaysta, è in realtà una riproposizione surrettizia dell’amore platonico, utile solo a disinnescare l’aspetto sessuale della relazione fra due persone dello stesso sesso. Un discorso reazionario, insomma. Vedo che il tuo livello mentale non si differenzia molto da quello di altri gay di quel sito che abbandonai, dopo avergli dato il suo momento di gloria, e che non frequenterò mai più. Forse sarebbe opportuno che ti dilettassi lì nei tuoi esercizi della più ritrita, ipocrita e pelosa retorica gaysta: saresti più apprezzato. Qui, grazie al cielo, c’è libertà di pensiero.
Ho già spiegato che cosa intenda per mercificazione del sesso: effettivamente, di fronte a questa mercificazione reale e collettiva, quella del prostituto sembra una professione romantica!
Sorvolo sulla volgarissima blasfemia che corona cotanto tuo causidico ragionare. Con certe persone è meglio non parlare nemmeno indirettamente di Dio, perché riescono a sporcare anche i sentimenti più nobili con la loro anima plebea.
Il dongiovannismo (etero) esemplificato dall’opera di Mozart non ha molto a che fare con il fallocentrismo che affligge molti gay. Per il resto, dal tuo discorso finale, si evince che la mercificazione non riguarda solo i puttanieri o i libertini (che come ho già detto, si equivalgono). Ma anche un rapporto monogamico chiuso: mi sembra di capire, dalla tua degna chiosa finale, che tu, con il tuo partner, abbia fatto semplicemente un investimento a lungo termine. E che la tua fedeltà, più che dalla repulsione nei confronti della promiscuità, sia dettata da un calcolo utilitaristico. Insomma, hai dimostrato ancora una volta come sia pervasiva la mercificazione dei rapporti umani nella società attuale. Più di quanto io stesso pensassi.
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