Gay.it Forum › Forum › Attivismo, associazioni, politica, cultura › E’ vero quando dicono di noi che siamo "donnette mancate"?
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18 Marzo 2015 alle 22:51 #746849peppone_da_siracusaPartecipante
Ciao a tutti,
la domanda che vi pongo corrisponde al titolo di questo argomento: secondo voi è vero che gay=donnetta mancata??
Se è vero che la maggior parte di noi si incazza e si sente toccato nell’ orgoglio e nella propria dignità (giustamente!) quando la gente tende a fare di noi tutto un fascio e cioè a considerare ogni singolo gay presente sulla faccia della Terra uguale a tutti gli altri e quindi come ad una donna mancata appunto (naturalmente noi tutti sappiamo che non è così e che ciascuno di noi è gay a modo proprio) magari perchè solamente un poco effemminato, è vero anche però che molti di noi, perlomeno quelli che si sentono e/o sono più maschili non fanno niente per dimostrare l’ esatto contrario…
Mi spiego meglio:
Leggendo i tanti blog, siti, forum (questo compreso) dedicati a questo tipo di questioni spesso e volentieri capita di leggere che nella maggior parte dei casi sono le donne le persone più importanti di molti di noi; è donna, per esempio, la migliore amica di un gay (o comunque con la quale ha una maggiore affinità psicologica ed emotiva), mentre quasi mai la stessa cosa si verifica con un uomo o ragazzo etero o gay;
Capita altresì di leggere che è sempre femminile un’ altra importante figura della vita di tanti di noi (mia non tanto veramente): la mamma.
Figura per la quale la stragrande maggioranza stravede e con cui si è portati ad avere un rapporto quasi morboso, mentre dei padri non si sente mai parlare se non in casi negativi come per esempio la non-accettazione del proprio figlio, come se la figura del padre fosse negativa, compromettente e rappresentasse solamente il male per un giovane omosessuale (è mai possibile che non ci siano gay che hanno un rapporto meraviglioso con il proprio padre? Mi sembra molto difficile immaginarlo.)Così come succede di leggere di frequente nei vari commenti scritti di giovani gay che hanno amicizie se non esclusivamente quantomeno prevalentemente femminili, che escono magari al sabato pomeriggio con le compagne di comitiva anzichè con i compagni maschi (per compagni mi riferisco agli amici)….
Senza contare poi il dichiararsi a qualcuno o il confidare esperienze personali: succede spessissimo con una donna (è mai possibile che nessuno si sia mai dichiarato per la prima volta nella sua vita o confidi le proprie eventuali “pene d’ amore” ad un’ altro uomo?).
Gli uomini etero sono veramente così chiusi, ottusi e/o omofobi?
Quindi mi e vi chiedo: ma non è che per caso ci sarà un fondo di verità in quello che si dice o è solamente una questione di pregiudizi e della solita ignoranza e ottusità?
Ora, ovviamente questo non è assolutamente un atto di accusa nei confronti di nessuno che magari corrisponde a questa breve descrizione di comportamenti che ci accomunano (ci mancherebbe altro!), io sono un tipo che vuole “bene” idealmente a chiunque condivida le nostre stesse emozioni da gay, però vorrei capire tramite i vostri spunti di riflessione se è così oppure e solo una mia percezione.
Grazie in anticipo per i commenti.
Peppone.
18 Marzo 2015 alle 23:17 #972799primadonnaPartecipantePenso non ci sia nulla di sbagliato a essere “donnette mancata”.
Ti sto provocando, ma quei valori e quelle caratteristiche per cui un gay puo venir definito “donnetta mancata” non hanno nulla di sbagliato o di negativo.
Io capisco umanamente che sia doloroso venir definiti “donnetta mancata”, anche a me fa male, perchè mi dico “ma se anche ho tutte queste caratteristiche non sono ugualmente un uomo degno di stima e rispetto?”.
Io devo essere sincero….sono stato definito una checca da tantissimi gay “maschili”, magari anche uomini colti , e rarissimamente da eterosessuali, se non proprio da qualche disperato. Però sappiamo tutti che il pregiudizio esiste da parte di tanti etero, magari poi decade di fronte “all’umano” ma comunque c’è….se non ci fosse le cose sarebbero diverse.Di me non dicono che sono una donna mancata, ma che sono peggio di una donna perchè ho la tendenza all’ordine (ma è proprio perchè sono disortinatissimo che devo essere ordinato!!!!).
Hai trovato il gay che adora il padre. L’ho scritto in tanti topic qui, adoro mio padre, è l’unica persona con cui riesco a parlare in modo schietto e sincero. Lui è….è stato….un grande Don Giovanni ma fondamentalmente è molto femminile, dolce e seduttivo. Con mia madre è diverso, la amo molto ma ha un carattere troppo duro.
Ogni persona è diversa dall’altro, mi reputo una donnetta riuscita 😀
20 Marzo 2015 alle 17:37 #972798peppone_da_siracusaPartecipanteGrazie della risposta primadonna, sei stato fin’ ora l’ unico a fare uno sforzo e a perdere 2 minuti del tuo tempo a rsipondermi, però non mi hai scritto cosa ne pensi sugli altri punti da me esposti nell’ argomento : l’ amica del cuore, il dichiararsi per la prima volta ecc. ecc.
Hai un’ amica o amico del cuore etero o gay?
Con chi ti sei dichiarato per la prima volta (se sei dichiarato)?
Con chi parli dei tuoi eventuali problemi sentimentali con i ragazzi?20 Marzo 2015 alle 20:39 #972797invidiato_specialePartecipanteIl mio primo ricordo di vita, sono io che piango seduto sul letto, mia mamma che tiene in braccio un Cicciobello nero, mio padre intento a riparare gli occhiali rotti di Corinne. Da piccolo giocavo con le bambole. I miei genitori non riuscivano a decifrare quel segnale e, caricati di domande, vivevano con imbarazzo una situazione anomala, pur assecondandomi per farmi stare bene. Devo ogni gratitudine a mio nonno, perché capì subito che ero un bambino speciale da accompagnare in un percorso di crescita che da lì a poco sarebbe diventato indubitabilmente difficile. Uomo di grande acume, li affidò ai consigli dell’amico e pediatra illuminato Mario Berni Canani, certo che avrebbe lavorato per garantirmi il meglio. E così fu. Gli impartì una lezione magistrale: quanto possa essere straordinaria la vita di un bambino ritenuto a torto “diverso” se cresciuto con amore e nella serenità. Capirono che l’orgoglio di genitori non è di avere un figlio eterosessuale, ma avere un figlio che, se amato, sa amare.
Mi hanno dato l’utile, l’inutile e il superfluo, soprattutto in termini di affetto. Sono stati entrambi iperprotettivi, in particolare mio padre, ma il confine tra complicità e morbosità non è mai stato violato. Abbiamo un rapporto meraviglioso, ho condiviso con loro anche segreti importanti, erano e continuano ad essere due figure fondamentali per me. I miei amici stravedono per mia mamma e, lo dico con una punta d’orgoglio, me la invidiano. Amici omosessuali e alcuni transessuali, con i quali posso essere me stesso e garantirmi il dovuto benessere.
Durante l’adolescenza e gli anni del liceo, invece, il clima era differente. Le pene d’amore le tenevo per me, essendo sconveniente parlarne. Coltivavo amicizie prevalentemente femminili più per necessità che altro, mentre con i ragazzi ci sfruttavamo per fare sesso e giusto quello. Risparmiandomi un’ipocrisia impiegata a riflettere dubbia normalità. Oggi sono mariti e padri. Chiusi, ottusi e omofobi? Non lo erano, ma lo sono diventati per farsi un favore. Talvolta li incontro, mi evitano e non li biasimo. Il ricordo delle nostre battaglie dev’essere devastante, se da adulto hai dovuto rassegnarti alla fi*a. Per carriera, per non deludere le aspettative di una famiglia che ha investito su di te, per paura. Sono molti i destini segnati, i casi in cui al cazzo devi rinunciare per forza.I gay sono donne mancate? Di più. Siamo uomini, in molti casi, migliori delle donne. Ma siamo gay e, in tutti i casi, si vede. Perché contempliamo caratteristiche ed esasperiamo atteggiamenti femminili assenti nel maschio eterosessuale. Chi (se) lo nega, vive d’illusioni e buon per lui se arriverà da qualche parte. Io ne dubito. Di gay convinti di essere stati clonati dal più maschio degli eterosessuali ne ho conosciuti tanti e la cruda realtà gli ha sempre presentato il conto, dandogli smusate inimmaginabili.
20 Marzo 2015 alle 21:09 #972796primadonnaPartecipanteInvidiato-Speciale il tuo post mi ha toccato molto, rotrovo molte cose che penso e che sento.
Peppone…ho 41 anni, nel tempo le situazioni sono state molte e diverse.
Io mi sono dichiarato a 14 anni in famiglia ma nessuno mi ha preso seriamente, tranne mio fratello, omofobo, e mia sorella che già andava a ballare nei locali gay alla moda. Mio padre dice che mi ha sempre amato perchè ero diverso, ma ha coscientizzato la mia omosessualità solo quando si è accorto che avevo amicizie gay. Negli ultimi vent’anni il principale confidente del cuore è mio padre, è l’unica persona che sa leggermi dentro.
Il mio migliore amico è etero, ci conosciamo dai banchi di scuola, gli ho fatto conoscere la ragazza che ha sposato. Lui è stato il primo estraneo con cui ho fatto coming out. Nella mia vita ci sono più maschi etero come amici che gay.Sono tutti etero particolari, alternativi, poetici e con una forte sensibilità.
Coming out l’ho fatto…be’ parlando di omosessualità mi sono dichiarato subito gay e, sopratutto, sono effemminato. Forse lo ero più da giovane, ero più un’allegra farfallina, oggi sono più riflessivo e invecchiando le corde vocali sono diventate più spesse, ho una voce più profonda. Le pene d’amore… un po’ mi confido con mio padre, un po’ con mia sorella, molto su gay.it. Sai a un certo punto della vita ti senti ridicolo a fare tanti piagnistei pubblicamente, qui l’anonimato mi permette di tirare fuori tutto subito, nella realtà i tempi si allungano.21 Marzo 2015 alle 10:25 #972795rivasPartecipanteAvendo solo due “risposte crocettate” a disposizione forse siamo donne mancate… ma sinceramente mi sembra parecchio limitante come definizione.
Della femmina abbiamo (forse) una maggiore tendenza alla sensibilità ed empatia nei confronti degli altri, del maschio però molti di noi condividono la spinta sessuale che raramente si vede nella femmina. Che poi il maschio etero riesca o meno ad espletarla come e quanto il maschio gay è un altro discorso, ma chiunque abbia amici etero sa a cosa mi riferisco, la f**a è l’argomento prevalente.
E si potrebbe andare avanti all’infinito su analogie e differenze.
Per quanto mi riguarda empatia e sensibilità sono andate diminuendo in maniera inversamente proporzionale al mio outing: meno mi son sentito represso, meno ho sentito il bisogno di confidenze/lamentele/sofferenze tipiche del mondo femminile, tanto che oggi come oggi fatico a stare dietro alle confidenze di alcune amiche che ho dall’infanzia, spesso troppo “menose”, mentre mi sento molto più affine alla pragmaticità tipica del maschio sulle questioni esistenziali.
Per il sesso invece a volte provo un moto di pena nei confronti del maschio etero, che in assenza di azione si ritrova a doverne parlare a volte in maniera patetica ed esagerata. La nostra libertà e facilità nel trovare sesso credo ci permettano una serena concretezza, e quando ne parliamo ci riferiamo a quello che facciamo, non a quello che (noiosamente) faremmo…
Non credo che un omosessuale possa idenitificarsi nei clichè etero di un sesso o dell’altro, se lo fa rischia solo di rendersi ridicolo, o semplicemente testimonia l’assenza di evoluzione come individuo omosessuale.
Di una cosa sono straconvinto: l’omosessuale risolto e senza nevrosi è infinitamente migliore di qualunque maschio o femmina etero esistenti sul pianeta.
21 Marzo 2015 alle 11:34 #972794almadellPartecipanteHo una certa difficoltà ad affrontare l’argomento, in quanto
tutto ciò che considero “essere gay” in me o negli altri,
non riesco a metterlo in relazione con la femminilità.
Me ne accorgo soprattutto quando le mie amiche
imitano il comportamento dei gay “effeminati”.A volte penso che sia addirittura il contrario…
Quando vediamo una “donna femminile”
molto probabilmente sta imitando o seguendo i consigli
del suo “guru gay”: stilista, parrucchiere,
personal shopper o semplice amico.Alcune donne mi sembrano “gay mancati”;
perché nel rapporto di imitazione
è sempre una donna che si conforma all’idea del gay
e mai il contrario.
Anche quando un gay ammira l’immagine di una donna
è come se ammirasse i segni di altri gay su di lei.21 Marzo 2015 alle 11:51 #972793peppone_da_siracusaPartecipanteAdesso si che è un vero dibattito… 😀
Tutti pareri molto interessanti, devo ammettere che quando non si hanno molte possibilità di conoscere di presenza persone simili al tuo modo di essere diventa
veramente importante capire cosa e come pensano, se non altro per convincersi che non si è i soli ad avere una determinata visione di una determinata cosa.So per certo che ci sono tanti e tanti gay che hanno stupendi rapporti con il loro stesso sesso(sia etero che gay), che con loro si confidano, magari ci si sono anche dichiarati, hanno delle belle amicizie, al di là di quella che può essere una sola, semplice, squallida scopata fatta di sfuggita; ecco perchè ho aperto questo forum, per capirci qualcosa di più, per sapere i vostri pensieri e convincermi che questa cosa è vera e soprattutto rafforzare sempre di più la mia convinzione che purtroppo la gente comune vive di pregiudizi e stereotipi che anche non toccano il nostro universo.
21 Marzo 2015 alle 12:24 #972791perfomance2PartecipantePremesso che orientamento sessuale e identità di genere sono 2 concetti da tenere ben distinti, penso che ogni caso sia a se, ma si possono fare ipotesi su situazioni comuni ad alcuni gay, ad esempio si potrebbe supporre che la mancanza di modelli gay (o lesbici) in cui identificarsi una società eterosessista come la nostra, spinga taluni ad assumere inconsciamente atteggiamenti, anche mentali, dell’altro genere, entro l’ambito della diade uomo-donna
è pur vero che oggi più di ieri è possibile sentirsi in armonia col proprio genere biologico in tanti modi, senza rispettare rigidi stereotipi comportamentali e questo vale anche per gli etero (v. metrosexual)
potrei sbagliare ma in tutto ciò io ritengo dirimente l’influenza del contesto storico, sociale culturale in cui ci si vive da gay
comunque, per quanto mi riguarda, la questione non è cruciale21 Marzo 2015 alle 13:46 #972792primadonnaPartecipanteAndavo d’accordo con le bambine quando ero bambino anche io….con quelle che venivano definite maschiacci. I maschi mi tagliavano fuori dai loro giochi e le bambine erano piuttosto noiose con le loro Barbie. Anche io avevo la Barbie e la ritenevo molto bella, ma una volta che le avevo cambiato il vestito non sapevo cosa farci.
Mi piaceva stare con le bambine “maschiacci” perchè generalmente erano molto intelligenti e sensibili, potevamo inventarci i giochi.
Tuttavia dopo l’infanzia le donne ho cominciato a sopportarle poco e male, a capirle sempre meno. Alcune sono simpatiche e tenere ma francamente capisco i mariti che parlano sempre male delle proprie mogli. Non ritengo che le donne siano amiche dei gay, trovo che possano esprimere con i gay il loro lato affettivo e materno verso un uomo senza possibili complicazioni sessuali, ma l’amicizia è ben altra cosa.Comunque credo che a discriminarci maggiormente siamo proprio noi…..donnetta mancata lo sento più dire a un gay verso un altro gay. A me ci sono dei gay che mi hanno definito con i termini peggiori, tutti al femminile. Lo ammetto, da un altro gay la cosa da un lato mi fa sorridere ma dall’altro mi ferisce
21 Marzo 2015 alle 13:57 #972789almadellPartecipanteIo da ragazzino avevo più facilità
a trovare “modelli gay” che “modelli etero”.
Tra Età Classica, Rinascimento, Tardo Romanticismo,
Beat Generation, Novecento Italiano e Cultura Pop;
a volte mi chiedevo se esistessero “modelli etero positivi”…
La mia lista di omosessuali in cui immedesimarmi era sconfinata.Il fatto è che in Platone, Leonardo, Rimbaud, Proust, Burroughs, Pasolini o Haring
io non sono sono mai riuscito a vedere nulla di “femminile”.
E francamente – anche quando mi percepisco “frocissimo” –
questa percezione non si sovrappone a una mia presunta “femminilità”.21 Marzo 2015 alle 14:14 #972790passodelbanditoPartecipanteRicordo un commento di Carlo Masi a proposito del discorso discriminazioni… “Se la mia immagine non fosse legata al cinema gay passerei inosservato perché sono maschio insospettabile e di questo non si discute, mica come le checche…”
I media lo massacrarono linkando il video in cui prepara il caffè a Adam Champ, nel quale tutto sembra fuorché maschio e insospettabile. Voce affettata, frasette smielate, mossettine, urletti… Quanti ce ne sono come lui, pieni della convinzione che basti avere un paio di muscoli pompati per rendersi invisibili? 😆21 Marzo 2015 alle 14:57 #972788frustadeglistupidiPartecipante@almadell wrote:
Il fatto è che in Platone, Leonardo, Rimbaud, Proust, Burroughs, Pasolini o Haring
io non sono sono mai riuscito a vedere nulla di “femminile”.Effettivamente l’omoerotismo non ha mai avuto valenza femminile per chi lo praticava, ma sempre per chi lo condannava, soprattutto quando alla condanna era associata la derisione.
Pensare che l’attrazione affettiva e sessuale (omoerotica appunto) di un maschio verso altri maschi sia causata da una carenza di maschilità mi sembra un’evidente forzatura logica!
In fondo sarebbe più logico pensare il contrario, cioè che l’omoerotismo sia causato da un eccesso di maschilità, che porterebbe a trascurare il sesso femminile, privilegiando quello proprio maschile.
Comunque, visto che noi siamo fisicamente maschi come tutti gli altri, compresa la facoltà di generare, penso proprio che l’effeminatezza di alcuni di noi sia più che altro un adeguamento comportamentale e forse anche psicologico ad un certo modo di pensare offensivo causato dall’omofobia e che non abbia quindi un’origine fisiologica.
Del resto non mancano effeminati anche tra gli eterosessuali!
Per la mia esperienza (per quello che può valere l’esperienza individuale in un discorso generale), non mi sono mai sentito donna, non ho mai desiderato di esserlo e non ho mai avuto atteggiamenti che mi facessero considerare dagli altri una donna mancata.
Alla fine o si tirano fuori dati scientifici genetici inconfutabili o si rimane nel campo del pettegolezzo irrisorio delle comari, che può forse valere per alcuni soggetti, ma non per una categoria intera.
PS: amava i bei ragazzi anche Federico II di Prussia, eppure credo che nessuno ai suoi tempi, confrontando lui con il sicuramente etero Luigi XV di Francia, avrebbe dato della donnetta mancata al tedesco, ma probabilmente molti l’avrebbero dato al francese.
21 Marzo 2015 alle 15:25 #972787soledamorePartecipanteCredo che i gay che si percepiscono come donne mancate (in maniera inconscia o inconsapevole) siano i gay non risolti, ovvero i gay che non hanno completato la transizione psicologica. Un gay risolto si sente donna dentro, riuscendo a conservare fuori la propria virilità, in certi casi; in altri (la maggior parte) soccombe alla castrazione narcisistica e diventa donna anche fuori (ovvero negli atteggiamenti esteriori). Sono i gay risolti naturalmente effeminati che tendono a sentirsi donne dentro e fuori, esasperando il transito fino a coinvolgere l’identità di genere. E si differenziano dai trans perché, nonostante siano donne dentro e fuori, al loro sesso biologico non rinunciano. La castrazione narcisistica viene relegata nei campi del simbolico e dell’ummaginario, ma non tracima mai nel campo del reale., questa è la differenza fondamentale tra la più sfranta delle checche e il transessuale. Il godimento anale passivo è il punto di non ritorno di questa transizione. Sembrerà strano, ma vi sono gay non risolti che rifiutano il godimento anale, sforzandosi di rivestire sempre un ruolo attivo. Il loro meccanismo di difesa dalla passività è talmente forte, che analmente spesso diventano frigidi, e quella che era una scelta coatta (ruolo attivo esclusivo) diventa una seconda natura (castrante, perché la prostata viene desessualizzata). La misoginia, il terrore di “diventare donna”, li trasforma così in “donne mancate”: esseri che comunque hanno bisogno del Fallo simbolico per godere, ma che si vietano il pene reale insertivo per conservare un minimo di virilità. L’omofobia è stata così violentemente interiorizzata che il ruolo passivo è rifiutato con tutte le forze. Quindi si è effettivamente una “donna mancata”, là dove il gay risolto è sempre una donna realizzata (e ciò può essere visibile nella maggioranza dei gay, ma anche no: il mio concetto di gay risolto infatti, è quello di un gay che attraverso il godimento anale ha completato la passivizzazione accettando il transito psicologico che essa comporta, e l’immagine di sé che offre agli altri può coincidere o no con quella femminile della transizione psicologica completata. Nella maggior parte dei casi coincide e questo crea grandi equivoci, anche perché i media propalano quella del gay effeminato come immagine standard, perché è più rassicurante per il pubblico etero).
21 Marzo 2015 alle 16:48 #972786frustadeglistupidiPartecipante@soledamore wrote:
Credo che i gay che si percepiscono come donne mancate (in maniera
inconscia o inconsapevole) siano i gay non risolti, ovvero i gay che
non hanno completato la transizione psicologica. Un gay risolto si
sente donna dentro, riuscendo a conservare fuori la propria virilità,
in certi casi; in altri (la maggior parte) soccombe alla castrazione
narcisistica e diventa donna anche fuori (ovvero negli atteggiamenti
esteriori).Il gay insomma sarebbe un ircocervo, femmina dentro e maschio (temporaneamente) fuori. Andiamo bene!
Ma allora perché non chiamarci semplicemente transessuali e correre in massa a Casablanca per le dovute amputazioni e ricostruzioni?
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