Gay.it Forum › Forum › Attivismo, associazioni, politica, cultura › E’ vero quando dicono di noi che siamo "donnette mancate"?
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21 Marzo 2015 alle 18:16 #972785perfomance2Partecipante
Il pensare al gay come ad una donna mancata anche da parte di molti gay è l’evidente retaggio di una cultura etero sessista
Per quanto mi riguarda, da piccolino, vedevo e vivevo i modelli contemporanei che mi circondavano nella quotidianità e tutti riportavano ad un’eterosessualità esclusiva, in tale contesto amare un uomo (ad esempio), implicava automaticamente l’appartenenza al genere femminile, quindi l’impossibilità di collocarsi idealmente in questo “gioco di ruoli” maschio-femmina , non so se mi spiego, e questo è stato il 1° problema
in seguito c’è stata la scoperta della realtà gay ma rappresentata solo in chiave molto negativa, 2° trauma
poi, per fortuna, si scoprono nuove realtà prima taciute e le cose evolvono pur faticosamente21 Marzo 2015 alle 18:51 #972784perfomance2PartecipanteAndando leggermente O T vorrei far presente che durante l’adolescenza di un gay i suoi peggiori nemici sono i “pari”, molto più degli adulti, con i quali è fisiologico un certo distacco
La stigmatizzazione e l’emarginazione da parte dei pari (coetanei dello stesso sesso) è molto destabilizzante ed è ostativa alla serena formazione della personalitàMi piacerebbe conoscere altri punti di vista a riguardo
21 Marzo 2015 alle 19:46 #972783invidiato_specialePartecipanteNessun gay ammetterà di sentirsi donna o il desiderio di essero. Nessun gay riconoscerà di tradire atteggiamenti ambigui. Sono io il primo e non lo dico per sottrarmi alle critiche. Però, il fatto che nessuno, finora, mi abbia definito donna mancata, offeso per come mi rappresento e per cosa rappresento, ma ingiuriato soltanto in situazioni limite particolari, è comunque irrilevante. Non sono stupido e non mi farei un favore raccontandomi di essere insospettabile. Se l’educazione, il garbo e la discrezione dei miei interlocutori è tale da restituirmi una percezione della mia figura radicalmente maschile, non mi illudo, perché sono consapevole che in realtà mi vedono come mi vedo io. Imperfetto nella mia perfezione gay. Con un’impronta femminile, seppure sfumata, che non posso cancellare. Ho smesso di guardare i video nei quali vengo ripreso, perché cado in uno stato di prostrazione angoscioso che rende più drammatica la commedia in cui vivo e attori crudeli, perché ipocrite, le persone che mi circondano.
Anche qui, nel Forum, a quanta doppiezza assistiamo? Con quanta disonestà neghiamo evidenze plateali? Ci sono stati utenti che hanno voluto provare la loro insospettabilità attraverso contributi visivi e sonori, con questo risultato: tratti espliciti, voci inequivocabili, moine determinanti. Gay manifesti ostinati a vendere il contrario. Non a caso, anche i modelli cui si ispirano, dovrebbero far riflettere. Prendiamo i Burroughs, Haring e Pasolini, proposti da Almadell, più attuali. Burroughs non si è mai accettato, viveva l’omosessualità come una colpa e coltivava il disprezzo degli effeminati in modo malato e ossessivo, pur essendo visibilmente gay e al punto che anche la famiglia se ne disse imbarazzata. Non meno di quanto li disprezzasse Pasolini, se non fosse che neppure lui rappresentò un modello di virilità. Voleva sfuggire allo stereotipo dell’effeminato, ma tutto in lui parlava al femminile. Haring era gay e fiero di esserlo, ma odiava ri-vedersi come me. Con la differenza che evitava anche di specchiarsi e distoglieva perfino lo sguardo dalle vetrine per non scorgervi una faccia da gay che viveva quasi fosse una punizione. Grandi personaggi, per carità, con una psicologia borderline. Come dire? Un modello sì, però per gay disturbati.
21 Marzo 2015 alle 20:06 #972782almadellPartecipanteInvidiato_Speciale, sono certo che anche tu
– quali che siano i tuoi modelli – ti reputi un po’ oltre;
non per ansia di superamento, ma per pura cifra dei tempi.
Nessun gay del passato può assomigliarci, fortunatamente.Io mi riconoscerei a chilometri,
con la stessa acutezza con cui riconoscerei un etero.
Ma nulla che trovo sia gay in me, lo rivedo nelle donne.
E’ questa associazione tra “gayezza” e “femminilità” che mi manca,
che non riesco a comprendere e che non decifro.21 Marzo 2015 alle 22:35 #972781invidiato_specialePartecipante«Nessun gay del passato può assomigliarci, fortunatamente».
Non può assomigliarci, ma può condizionarci. Con tutti i danni che ne conseguono. Per quanto mi riguarda, non ho modelli. Sono unico ed irripetibile, come ognuno dovrebbe essere nella vita.
«Io mi riconoscerei a chilometri, con la stessa acutezza con cui riconoscerei un etero».
Non so. Quando ti leggo, ho l’impressione che a scrivere sia Jame Gumb de Il Silenzio degli Innocenti. Distrazioni a parte, riconosceresti l’Almadell gay o l’Almadell che per convinzione personale è insospettabile, quindi identico ad un etero? Concetto brutto, ma efficace.
«Ma nulla che trovo sia gay in me, lo rivedo nelle donne».
Esattamente, cosa vorresti rivedere nelle donne?
«E’ questa associazione tra “gayezza” e “femminilità” che mi manca, che non riesco a comprendere e che non decifro.
Non la comprendi e non la decifri o non vuoi comprenderla e non vuoi decifrarla? Se guardo una foto di mia sorella vedo una donna etero, se guardo una foto di mio fratello vedo un uomo etero, se guardo una mia foto o la tua vedo un gay. Questione di faccia, tormento di Haring. Se oltre alle foto, guardo anche i tuoi video, non posso fare a meno di associare alla gayezza di Almadell anche quelcertononsoché di femminile che fa la differenza tra un etero e un gay. Vedo un uomo che fa sesso con la grazia di una donna, un uomo che gode con piacere femminile, una coreografia che non è dell’uomo etero. E ancora nell’intervista che hai rilasciato per il telegiornale: parla e si muove un gay. Non riconoscibile per un marchio impresso a fuoco sulla fronte, ma per ben altri marcatori.
22 Marzo 2015 alle 8:12 #972780carsonPartecipantePurtroppo l’errore è sempre, sempre lo stesso sia che ti chiami Pasolini sia che ti chiami Inviato_Speciale:…avere come punto di riferimento l’eterosessuale maschio, aggiungeteci un buona dose di masochismo è il gioco è fatto, eccovi servito la vittima per eccellenza ‘IL GAY ITALIANO’! 🙄
22 Marzo 2015 alle 8:44 #972779almadellPartecipante“I modelli” o “i miti” si possono avere nell’adolescenza,
hanno un ruolo evidentemente solo in quella fase
quando c’è il rischio di sentirsi un po’ sperduti.
Era comunque una risposta a perfomance2
che accusa la mancanza di modelli per un giovane gay…«Ma nulla che trovo sia gay in me, lo rivedo nelle donne».
Esattamente, cosa vorresti rivedere nelle donne?Eh, vorrei vedere nelle donne qualcosa che ricordi me 🙂
Presumo infatti che la cosa sia biunivoca.Suppongo che per te ogni segnale di omosessualità
e ogni mancanza di virilità (come nell’efebo)
sia automaticamente indice di femminilità.
Mentre per me non è affatto un’associazione immediata.22 Marzo 2015 alle 10:29 #972774perfomance2Partecipante@almadell wrote:
“I modelli” o “i miti” si possono avere nell’adolescenza,
hanno un ruolo evidentemente solo in quella fase
quando c’è il rischio di sentirsi un po’ sperduti.
Era comunque una risposta a perfomance2
che accusa la mancanza di modelli per un giovane gay….
veramente penso che i modelli avuti nell’adolescenza contribuiscano alla definizione della personalità, quindi POTENZIALMENTE influenzino tutta la vita,
ritengo che anche questa equazione gay = donna, lo dimostri22 Marzo 2015 alle 10:32 #972775perfomance2PartecipanteOk, parliamo di almadell
sarò tonto, ma nelle sue foto e interviste non vedo nulla di particolarmente effemminato rispetto a quanto potrei vedere in un qualsiasi etero, anzi!
e ciò non costituisce merito ne demerito, ovviamente
sarò sprovvisto di gay radar ma a colpo d’occhio non avrei strumenti per dedurre il suo orientamento sessuale
ora non so se almy goda con piacere femminile, non avendolo mai visto all’opera 8) 😆ma a me questa continua associazione tra omosessualità ed effeminatezza mi sa tanto di anni ‘50
22 Marzo 2015 alle 11:09 #972776almadellPartecipanteAnch’io ignoro se “godo con piacere femminile”;
ma la cosa che sarei tento di escludere
è soprattutto la “grazia” (pure quella maschile…)
😀22 Marzo 2015 alle 11:56 #972777hugeunicumPartecipanteDi sicuro una caratteristica secondaria, non necessariamente legata al genere sessuale, la femminilita’ resta un tratto della personalita’, influenzato anche dal contesto sociale.
Fra l’altro, ed in questo ha ragione Almadell, la cultura occidentale, penso all’arte ad esempio, non ha mai esaltato la femminilita’.
22 Marzo 2015 alle 12:27 #972778soledamorePartecipanteL’effeminatezza fa paura soprattutto a quei gay che non hanno il coraggio di riconoscerla come proprio tratto distintivo. Ci vuole infatti molto coraggio a prendere consapevolezza della donna che si ha in sé. L’omofobia interiorizzata e la misoginia che ci hanno inculcato sin dall’infanzia ci fanno rifuggire ancora, in età adulta, dal modello femminile. E gli uomini da cui siamo attratti sono quelli in cui l’elemento femminile è ridotto ai minimi termini, giacché la virilità è questo: rifiuto della femminilità; ovvero della dolcezza sia psicologica che fisica, della tenerezza, di quel senso di protezione tipicamente materno. La femmina è una curva, con un inizio ed una fine, là dove il maschio è una linea retta che si slancia nell’infinito.
Mi ritrovo nella maggior parte delle parole di invidiato_speciale, l’unico che sia stato in grado, qui, di fare un’autoanalisi sincera e che abbia saputo guardarsi nel suo specchio interiore con grande determinazione, libero dalle tante sovrastrutture della vulgata gaysta. L’unico gay risolto davvero, insomma. Per essere un gay risolto, infatti, il coming out o il fare il pavone sul carro del gay pride spesso non conta nulla.
L’elemento determinante è la sincerità del proprio sguardo, essendo consapevoli che dove non ci sia questa sincerità, sarà il riflesso dello sguardo dell’altro a dirci la verità. Facendoci più male. Inoltre il gay più effeminato spesso è proprio quello che rifiuta o non vuole vedere la sua femminilità. Spesso è anche analmente frigido, e sforzandosi di assumere un ruolo esclusivamente attivo, crede di recuperare quella virilità fantasmatica derivantegli dalla ferita narcisistica in suppurazione. Il complesso che ho definito, in altro l’uogo, dell’eunuca maschio.22 Marzo 2015 alle 12:49 #972773primadonnaPartecipanteIl modello femminile non viene mai considerato vincente, gli eterosessuali che rifiutano il modello del macho se la passano peggio dei gay.
Francamente sono gli altri che ci definiscono “donne mancate”, ma anche semplicemente effemminati. Io non mi percepisco al femminile, so che gli altri mi vedono una checca e quindi so di essere tale, so cosa comporta questa definizione ma francamente trovo poco di femminile in me. Io insisto nel volermi definire checca per una questione che possiamo definire “politica”, non vedo il male nell’essere checca e non vedo perchè deve essere un giudizio di valore.
Rispetto ai modelli…be’ non è che i Leonardi, i Pasolini e tutti gli altri si sprechino a questo mondo, sono persone speciali dotate di un dono speciale…se volessi riconoscermi in loro sarei un bel presuntuoso, loro sono la crème degli umani, possiamo ammirarli e imparare ma non possono essere modelli per noi.
Be’ì forse tra noi ci sarà un genio, ma uno solo e comunque non sono io.
Io da ragazzo guardavo come viveva il signore che abitava a piano terra, gay militante e proletario, la sua casa piccola e ordinata, il suo boxer, il bel signore che andava a trovarlo e mi sorrideva sempre se lo incroviavo (ero già abbastanza grande per capire che l’approccio era di tipo “salve sorellina” e non c’era altra implicazione, peccato pensavo)
Io credo, in generale, che dovremmo tutti guardare quello che ci accade intorno e non guardare quello che fanno gli Dei…22 Marzo 2015 alle 13:23 #972771soledamorePartecipante@HugeUnicum wrote:
Fra l’altro, ed in questo ha ragione Almadell, la cultura occidentale, penso all’arte ad esempio, non ha mai esaltato la femminilita’.
Ma che dici? E’ vero il contrario: dal Medio Evo in poi l’arte occidentale è stata tutta un’esaltatazione della figura femminile, nella pittura e nella scultura, mentre la figura maschile, dopo la classicità, è stata decisamente negletta o mortificata! L’unica eccezione è stata forse nel Rinascimento, dove, sulla scorta della lezione classicista, si è recuperata la bellezza della figura maschile. Ma si è continuato a tenere in considerazione la figura femminile. Poi bisognerà aspettare il neoclassicismo. Oggi prevale universalmente il modello di bellezza femmineo, perché siamo in una società neomatriarcale che si regge su strutture patriarcali di facciata.
22 Marzo 2015 alle 13:32 #972772hugeunicumPartecipantePremesso che salto gli interventi di soledamore, una tipica omofoba del Sud, e trovo la dimensione esistenziale di Invidiosa_Speciosa addirittura terzomondista, vorrei solo che capiste che la femminilita’ come la virilita’ sono caratteristiche secondarie spesso innate, esaltate o meno dal soggetto, in base al contesto sociale.
Si puo’ desiderare poi di penetrare anche la virilita’. Il discorso delle curve c’entra poco quindi.
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